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Il mistero della notte oscura

Il mistero della notte oscura

C’era una volta un piccolo villaggio, nascosto tra le ombre di una fitta foresta oscura e misteriosa. Di notte, quando la luna splendeva nel cielo stellato, la foresta prendeva vita con creature oscure e misteriose. Le leggende narravano di streghe cattive che lanciavano incantesimi nefasti, vampiri assetati di sangue che si nascondevano nell’oscurità, fantasmi erranti che lamentavano il loro destino eterno e scheletri danzanti tra gli alberi sotto la luce spettrale della luna.

Nel cuore di questo villaggio viveva un giovane coraggioso di nome Luca. Era noto per il suo spirito avventuroso e la sua curiosità insaziabile. I suoi occhi erano come stelle scintillanti in una notte buia, e il suo cuore era un faro di coraggio in un mondo pieno di timori. Un giorno, mentre passeggiava nei confini del villaggio, l’aria divenne densa di mistero e Luca udì un sussurro provenire dall’oscurità delle profondità della foresta. Era un sussurro inquietante, simile a un vento che sibilava tra le foglie secche e sembrava sussurrare il suo nome.

“Chi sei?” chiese Luca, cercando di non tremare.

Dal buio emerse una strega dall’aspetto spaventoso. Aveva una lunga gonna nera e un cappello a punta che le copriva il viso, ma i suoi occhi brillavano di un’intelligenza acuta. “Sono Morgana, la strega della foresta. Ho bisogno del tuo aiuto, giovane Luca.”

Luca era impaurito ma non poteva resistere all’opportunità di un’avventura.

“Cosa vuoi da me?”

“Un antico male si è risvegliato nella foresta,” disse Morgana. “È un vampiro malvagio di nome Vladaros che minaccia di scatenare il terrore su questo villaggio. Abbiamo bisogno di te per fermarlo, poiché il tuo coraggio è la chiave per la nostra speranza.”

Luca annuì, determinato a fare la sua parte. Insieme a Morgana, si diressero più a fondo nella foresta oscura, dove ogni passo faceva eco nel fitto delle foglie e il suono del vento sembrava una sinistra melodia. Lungo il percorso, sentirono il lamento dei fantasmi, il tintinnio delle catene dei loro legami e i sussurri dei custodi del bosco, creature misteriose che si nascondevano tra gli alberi.

Ma Luca non si lasciò impressionare e continuò la sua marcia, fiducioso in compagnia di Morgana. La strega, con la sua voce avvolgente, gli raccontò storie di antiche battaglie tra il bene e il male, e il cammino si riempì di un’intensità sonora che sembrava narrare il destino incombente.

Nel cuore della foresta, finalmente trovarono Vladaros, un essere pallido con denti affilati come lame e un mantello rosso come il sangue. Era circondato da scheletri che ballavano in una sinistra danza, mentre le loro ossa producevano uno spettacolo che suonava come il rituale di un antico male. “Chi osa entrare nel mio regno?” sibilò il vampiro con una voce tagliente come il gelo eterno.

Morgana rispose con coraggio, “Siamo qui per fermarti e proteggere il nostro villaggio da te e dalla tua oscurità.”

Si scatenò una battaglia epica, con il suono dei colpi di spada di Morgana e il canto delle sue formule magiche, mentre Luca aiutava con il suo ingegno e il suo coraggio. Il suono dei combattimenti risuonava tra gli alberi, facendo vibrare l’aria stessa con l’energia della lotta. Alla fine, il vampiro fu sconfitto, e i suoi scheletri scomparvero nel nulla, sciogliendosi in polvere.

Il villaggio fu salvato, e la foresta oscura tornò a essere un luogo meno minaccioso grazie al coraggio di Luca e Morgana. Morgana si rivelò essere una strega benevola, con un potere che aveva usato per proteggere il villaggio. Luca aveva conquistato la sua paura dell’ignoto e aveva imparato a guardare oltre le apparenze spaventose.

Mentre tornavano al villaggio, Luca chiese a Morgana: “Perché hai chiesto il mio aiuto invece di fare tutto da sola?”

Morgana sorrise, e il suono del suo sorriso era come una melodia rassicurante. “Le paure devono essere affrontate insieme, e tu hai dimostrato un coraggio straordinario. La tua avventura ha rivelato che non tutto ciò che è oscuro è necessariamente malvagio, e che l’amicizia e il coraggio possono dissipare anche le ombre più cupe.”

E così, Luca imparò che l’ignoto può nascondere non solo pericoli, ma anche amicizia e coraggio. La notte oscura della foresta aveva donato a Luca una storia da raccontare per generazioni, una fiaba che avrebbe insegnato ai bambini a non temere le ombre della notte, ma ad affrontarle con coraggio e determinazione. E il suono della loro avventura risuonò attraverso il tempo, come una canzone di speranza e di trionfo.

Di Fabrizio Pece

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