Era una fredda vigilia di Natale e il villaggio di Nevealta si trovava nascosto tra le alte
montagne del Nord Europa in una valle segreta che sembrava appartenere più a un
sogno che alla realtà. Era un luogo remoto, protetto da foreste di abeti secolari e
circondato da maestose cime innevate che scintillavano alla luce del giorno. Per
raggiungerlo, bisognava attraversare il Passo dell’Inverno, un sentiero stretto e
tortuoso che, secondo le leggende, si apriva solo a chi portava nel cuore lo spirito
del Natale.Si narrava che il villaggio fosse stato fondato da un antico popolo di
artigiani e maghi, che avevano scelto quella valle nascosta per custodire segreti e
tradizioni legati alla magia del Natale..Il cuore di Nevealta era la grande piazza
circolare, dove ogni Natale si celebrava l’accensione della Grande Stella. Qui, sotto
un imponente albero di abete che dominava il centro del villaggio.Nel cuore del
villaggio, la grande piazza era un luogo incantato, dove il passato e il futuro
danzavano insieme in un’armonia perfetta..Al centro della piazza troneggiava un
gigantesco abete, il Grande Albero di Nevealta ,Le luci dell’albero non erano
semplicemente decorate, ma sembravano essere incastonate in cristalli magici che
riflettevano l’energia dell’intero villaggio. Gli abitanti di Nevealta credevano che
queste luci fossero un messaggio proveniente dal cuore del bosco, un segno che
l’albero stava comunicando con le antiche forze del bosco. Al centro della piazza, il
grande albero che ospitava la Stella appariva nudo e desolato. La decorazione
magica era scomparsa senza lasciare traccia. Gli abitanti, sconcertati, si erano
radunati attorno all’albero, discutendo sottovoce, con le facce rigate dalla
preoccupazione. “Com’è possibile? La Stella non è mai sparita!” esclamava il vecchio
fabbro Arturo, scuotendo il capo. “E ora che ne sarà della nostra festa?” piagnucolava
la signora Marietta, stringendo a sé il suo scialle. La sua scomparsa era un evento
senza precedenti, che gettava un’ombra di mistero sull’intera comunità. Gli anziani
del villaggio,dicevano che la scomparsa della Stella fosse ben più di un semplice
furto. Era un segnale, un richiamo da parte delle Antiche Forze del Bosco Vivente.
Si diceva che il Bosco Vivente aveva un’intelligenza propria, un’entità collettiva che
risiedeva negli alberi più antichi e nelle radici intrecciate sotto la terra. nelle profondità
del bosco abitassero forze di antichi codici antichi del passato., “Ogni passo qui è
un passo nella memoria del mondo”, spiegava il vecchio Alvar. Mentre il vento soffia
tra i rami, non è solo aria che si muove, ma informazioni, ricordi e poteri ancestrali
che attraversano questi “circuiti naturali”. Se è scomparsa, significa che qualcosa ha
disturbato l’equilibrio sacro che ha sempre custodito il nostro mondo..Il sindaco, un
uomo basso e rotondo con un grande cappello ornato di piume, cercava di calmare
la folla. “Troveremo la Stella,” promise con voce tremante, anche se il timore
traspariva dai suoi occhi. “Non dobbiamo perdere la speranza.”.Senza la Grande
Stella, tuttavia, la magia del Natale sembrava svanire. Le luci del villaggio erano più
fioche, e persino la neve pareva cadere meno soffice. L’aria, solitamente piena di
canti e risate, era ora silenziosa. Un misterioso velo di malinconia avvolgeva
Nevealta.Emma e Samuele, osservando la scena dalla soglia della panetteria del
padre di Samuele, si scambiarono un’occhiata decisa. “Non possiamo lasciare che il
Natale venga rovinato,” disse Emma,. “Dobbiamo fare qualcosa. La Stella è
magica,deve essere ancora da qualche parte.”Samuele annuì, stringendo forte il suo
berretto di lana. “E se non la troviamo noi, chi lo farà?”Fu così che la più incredibile
avventura di quella vigilia di Natale ebbe inizio. Una notte in cui il mistero, il coraggio
e la magia si intrecciarono in modi che nessuno avrebbe mai potuto immaginare.Tra
i bambini del villaggio, Emma, una ragazzina curiosa con lunghi capelli rossi, e
Samuele, il suo migliore amico sempre pronto all’avventura, decisero di indagare.
“Non possiamo lasciare che il Natale venga rovinato,” disse Emma, stringendo una
piccola lanterna che aveva trovato nella soffitta della nonna.Mentre cercavano indizi,
incontrarono Lilla, una timida bambina nuova del villaggio, che si offrì di aiutarli. “So
di un luogo che potrebbe aiutarci,” sussurrò, indicando il Bosco degli Alberi Parlanti.
“Si dice che lì vivano spiriti antichi che conoscono ogni segreto.”I tre amici si
addentrarono nel bosco, dove la neve cadeva silenziosa, coprendo ogni cosa sotto
un candido manto che brillava alla luce della luna. L’aria, fresca e pungente,
sembrava stessa vibrando di un’energia segreta. Ogni passo che facevano era
accompagnato da un sussurro sottile, come se gli alberi stessi stessero parlando tra
loro. Improvvisamente, un albero gigantesco emerse dal buio della foresta. Il suo
tronco era ricoperto da cristalli di ghiaccio antichi che scintillavano come stelle
intrappolate nella corteccia. Quando i tre amici si fermarono davanti a
quell’albero,una voce profonda e vibrante risuonò nell’aria, come un’eco lontano che
proveniva dal cuore stesso della terra. “Voi cercate la Stella Perduta,” disse l’albero,
la cui corteccia sembrava farsi viva, pulsando con una luce eterea. “Ma la Stella non
è persa per caso. È stata rubata da Frostark, uno spirito antico e dimenticato, che
dimora sulla Collina del Vento. Ha preso la Stella perché crede che il villaggio l’abbia
scordata, che ha dimenticato il potere che essa rappresenta. Rappresenta l’equilibrio
tra il presente e l’antico, un punto in cui i sogni, le speranze e le energie arcane
convergono per creare armonia e amore tra le persone.Emma, Samuele e Lilla
decisero di affrontare Frostark. “Se lo spirito è solo e triste, possiamo convincerlo
con gentilezza,” suggerì Lilla.Arrivati sulla Collina, incontrarono Frostark, un
gigantesco essere di ghiaccio con occhi brillanti ma malinconici. “Perché siete qui?”
ringhiò. “Perché crediamo che tutti meritino di essere parte del Natale,” disse Emma.
“Anche tu.”Samuele aggiunse: “Se ti sei sentito escluso, siamo qui per rimediare.
Vieni con noi al villaggio. Possiamo festeggiare insieme.”Frostark sembrò sorpreso.
Nessuno gli aveva mai parlato con tanto calore. “Davvero credete che ci sia un posto
per me?” chiese esitante.Con l’aiuto di Frostark, i bambini riportarono la Stella al
villaggio. Quando la posizionarono al suo posto, la piazza si riempì di una luce
straordinaria che riscaldò i cuori di tutti. Frostark, con il suo grande sorriso di ghiaccio,
fu accolto come un nuovo amico.La serata si concluse con canti, abbracci e dolci
caldi.. Avevano imparato che il vero spirito del Natale non era nella Stella, ma
nell’amicizia e nella capacità di accogliere chiunque.
Di Alessandro Sigismondi