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Le avventure di Babbo Natale

Le avventure di Babbo Natale

In quel di Nevaria, città situata ai piedi del Monte Ipla, accadono
storie improbabili di pura magia, come nella notte del 25
dicembre.
Babbo Natale, dopo aver collaudato la sua slitta, si imbarcò fino
ad elevarsi in volo, nel grigiore del cielo innevato. Certo che, a
furia d’introdursi nelle case, per consegnare i doni ai bambini, e
di uscire con altrettanta fretta, non tenne conto dello sbalzo
termico. I suoi occhialetti si appannarono. Così spostò la
montatura sulla punta del suo naso. Pur non avendo la visuale
nitida, si avviò verso nuovi luoghi e irresponsabilmente perse il
controllo del mezzo.
Dasher, la renna conosciuta anche con il nome di Fulmine, pur
di salvare tutti, aprì un varco tra le nuvole; ma Prancer non riuscì
a saltare e da lì a poco, le altre sei renne rallentarono e tentarono
di riprendere quota, ma non ci riuscirono.
Bababam. Bababam. Bababam. Boom.
L’impatto sulla terraferma fu molto forte.
«Sei una renna pigra, Prancer» disse Dasher provando a
discolparsi.
«È tutta colpa tua, non avresti dovuto squarciare il cielo»
rispose Prancer.
«Che disastro!» affermò Dancer.
Donner con un colpo di tosse richiamò all’ordine.
Tutte le altre renne, intontite a causa dell’urto, ritornarono
sulle proprie zampe pur lamentando qualche doloretto alle

corna. Con un movimento rapido, si scrollarono la neve di dosso
e si guardarono intorno.
«Dov’è finito Babbo Natale?» chiese Comet.
«Sarà in compagnia dei suoi elfi» affermò Blitzen.
«Cosa sappiamo degli elfi?» domandò Rudolph.
«È la prima volta che lavorano con Babbo Natale, ma in verità
non hanno mai lavorato in vita loro. Potrebbero essere degli
imbroglioni malefici» ipotizzò Donner.
«E se avessero sabotato il volo?» farneticò Dancer.
«Come fate a dubitare delle scelte di Babbo Natale?! Conosce il
cuore di ognuno, anche quello dei due elfi» affermò Cupid, la
renna sentimentale.
Vixen preoccupato, utilizzò il fischietto cerca persone, ma non
riuscì a stabilire nessun contatto con gli umani. Senza perdere
altro tempo, suggerì di dividersi in due gruppi e di avviare le
ricerche.
Vixen insieme a Cupid, Donner e Rudolph girò in tondo,
spostandosi leggermente dal punto esatto dell’incidente.
«Non siamo in grado di identificare questo posto» disse
Donner.
«È così buio! Non sono sicuro che sia un bosco, questo» rispose
Rudolph.
«Lo è, ci sono molti olmi e aceri» rispose Cupid.
All’improvviso un tonfo.
«Cos’è stato?» chiese Donner rabbrividendo per lo spavento.
«Forza, da questa parte. È la voce di Babbo Natale» rispose
Cupid.
Tutte avanzarono e giunsero davanti ad un albero dal ramo
spezzato.

«Su presto, continuate a tirare le foglie con quei musi» ordinò
Vixen, nonostante avesse la lingua gelida.
«Accidenti a voi! Ce ne avete messo di tempo per trovarmi»
disse Babbo Natale. Quando d’un tratto, dalle tasche del suo
soprabito sbucarono gli elfi.
«Non salirò mai più sulla slitta, ho rischiato di essere schiacciato
come un vermicello» disse sottovoce Doz, l’elfo dal cappello
verde e dal cappotto di velluto rosso a Diz, l’elfo dal cappello
rosso e dal cappotto di velluto verde.
«Porta rispetto, amico. È anziano, un po’ sbadato, ma è un tipo
a posto. Si è solo distratto» rispose Diz zittendo Doz.
«Babbo Natale ti senti bene?» chiesero le renne in coro.
«È solo un piccolo graffio sul braccio» rispose.
«Hai anche un bernoccolo sulla fronte» disse Rudolph.
In quel momento il Vecchio si alzò in piedi, dimostrando di
essere in forma e chiese: «Le altre renne sono ferite? Dove sono
i regali? La slitta è rotta?»
Le renne gli raccontarono la verità.
«Per fortuna siete tutte in salute come i miei piccoli elfi.
Occorre recuperare i regali, ma ci vorrebbe un sortilegio per
riparare la slitta».
Nel momento in cui Babbo Natale sembrò incupirsi, Doz volle
fare la sua parte e provò ad eseguire un incantesimo, che non
aveva mai provato prima.
“Mille pezzi sei, uno solo eri e uno solo tornerai”.
Al primo tentativo non accadde nulla, Doz in preda all’ansia per
la brutta figura fatta, riprovò ancora e poi ancora.
Improvvisamente la slitta apparve nella sua interezza insieme a
Dasher, Prancer, Dancer e Blitzen.

«Doz, piccolo mio, ce l’hai fatta!» disse Babbo Natale,
lasciandosi circondare dall’affetto delle sue amiche.
Diz, un po’ geloso delle attenzioni fatte a Doz, si collocò vicino
alla slitta e iniziò a ripetere la formula: “Di tutti i sogni, di tutti i
regali, solo a Natale”.
Magicamente, i regali dispersi nel bosco, ormai volanti furono
trascinati da una forza superiore all’interno dei sacchi, conservati
sulla slitta.
«Impressionante, Diz!» affermò Babbo Natale con
soddisfazione.
«Ora non ci resta che partire, vero?» domandò Vixen.
«Babbo Natale ha il soprabito strappato, non può viaggiare in
queste condizioni» replicò Rudolph.
Gli elfi tramite il loro orologio, nonché un aggeggio sofisticato
capace di osservare all’interno di ogni casa, ebbero un’idea.
«Babbo Natale, l’unica soluzione per riparare la giacca è recarsi
al laboratorio di Luvia, giovane sarta modellista che è ancora alle
prese con ago e filo».
Tutti raggiunsero il negozio di Luvia, ma gli elfi preferirono
annunciarsi, lasciando che il resto della squadra si nascondesse.
Toc, toc, toc, toc.
Luvia, stranita dal rintocco del catenaccio, data l’ora; aprì la
porta ma non vide nessuno. Doz suonò la campana natalizia, pur
di far abbassare lo sguardo di Luvia, che spaventata urlò: «E voi
chi siete?»
Diz rassicurò la donna: «Egregia Signora, siamo gli umili elfi di
Babbo Natale e avremmo bisogno del suo aiuto».
Diz e Dozfurono accolti in casa, e quando Luvia tirò dagli scaffali
delle stoffe…

Ecciù, Ecciù, Ecciù.
«Ferma! Sono allergico alla polvere» disse Diz.
«Sei un essere magico come puoi essere allergico alla polvere?»
domandò Luvia.
«Voi umani avete una strana idea di magia».
L’ingresso di Babbo Natale, fece distogliere Diz dai suoi
problemi. Luvia accolse il Vecchio e lo fece sedere davanti al
camino, lo aiutò a sfilarsi la giacca e lo avvolse in una coperta di
pile; mentre ricucì lo strappo. Terminato il suo lavoro, Luvia
salutò Babbo Natale e lo strinse in un forte abbraccio.
Doz disse sottovoce a Diz: «La slitta in frantumi, non è stato un
imprevisto, vero?»
«Non credo, è qui per dispensare la magia del Natale».
L’omone buono sorrise ai suoi elfi, raggiunse le renne e salì a
bordo della sua slitta indistruttibile per vivere altre fantastiche
avventure.

Marianna Iannarone

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