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Natalandia

Natalandia

Nella notte di Natale le porte dei sogni si aprono, e tutte le fate, gli
gnomi e i personaggi più cari a questa festa prendono vita, portando
con sé tutti i bambini che ancora sognano il Natale, in un meraviglioso
mondo fatto di giochi e di vivissimi colori, e questo mondo si chiama
Natalandia.
Ma venne un tempo in cui i bambini smisero di sognare il Natale e tutti
quei personaggi fantastici rischiavano di scomparire per sempre.

«Cosa facciamo amici miei! Ho paura che tra non molto non ci saremo
più e questo mondo fantastico dove viviamo scomparirà per sempre»
disse gatto miao, rivolgendosi a tutti gli abitanti di Natalandia.

«A me piacciono così tanto le coccole dei bambini, non riuscirei a
starne senza!» fece l’orsetto gigante.

Ma ecco giungere da lontano una bellissima fata dai capelli biondi
avvolta da una luce sfavillante.

«Il giorno di Natale è per noi un motivo di gioia ma ahimè, questa
gioia è messa a dura prova dal comportamento degli esseri umani, e
degli adulti in particolare, che sono diventati freddi e increduli, e di
conseguenza non riescono più a trasmettere l’essenza di questa festa
ai bambini» disse la fata.

«Che cosa possiamo fare allora fata lucente?» chiese la Barbie
Natalizia.

«Nessun sogno giunge per caso, se sai guardare oltre la punta del tuo
naso, la vita può sembrare una corrida, ma un bel ricordo ti rinnova la
sfida, ed è allora che ogni stella può brillare, se speri che un sogno si
possa avverare» rispose la fata con voce melodiosa e soave.

«Ehm mi sa di non aver capito bene» disse il cane bau.

«Gli adulti non riescono più a trasmettere la magia del Natale ai loro
bambini, perché hanno smesso di ricordare i momenti felici, e si
preoccupano soltanto di ciò che appartiene alla vita materiale, così il
Natale diventa per loro un giorno come un altro. C’è bisogno che gli
adulti tornino a ricordare i momenti felici, così il loro cuore sarà più
aperto al Natale e riusciranno così a trasmetterlo vivamente ai loro
bambini, che finalmente possono tornare a sognare Natalandia.

«Dunque cosa ci consigli di fare?» domandò lo gnomo dalla lunga
barba.

«Gli adulti hanno bisogno di ricordare il periodo in cui sognavano
anch’essi il Natale, quando da bambini anche loro entravano in
Natalandia. Con il tempo il loro ricordo si è sbiadito, ma voi potrete
fare in modo di ravvivarlo, entrando nei loro sogni» detto questo, la
fata scomparve in un barlume di luce.

Ci fu un momento di silenzio tra i personaggi di Natalandia,
profondamente toccati dalle parole della fata luminosa.

«Abbiamo pensato molto ai bambini, ora è tempo di dedicarci agli
adulti. Amici e amiche di Natalandia, diamoci da fare; ogni adulto è
stato un bambino ed è stato con noi in questo luogo meraviglioso,
divertendosi e vivendo per una notte dei momenti indimenticabili. Il
mondo con la sua fretta ha cancellato questi ricordi nella loro mente
ed è tempo per noi di farli ritornare. Ci siamo dedicati ai bambini, ma
ora dobbiamo fare un passo indietro e bisogna occuparci degli adulti,
solo così il Natale tornerà a essere sognato dai bambini e noi saremo

salvi» disse imperioso l’omino di pan di Zenzero, che fino a quel
momento era rimasto in religioso silenzio.

Tutto il popolo di Natalandia fu unanime nel dare ascolto alle sue
parole e tutti s’impegnarono nel portare a compimento il piano ispirato
dalla fata luminosa.
Giorno dopo giorno, ogni abitante di Natalandia si impegnava per
entrare nei sogni degli adulti, nella speranza che essi si ricordassero i
momenti felici vissuti da bambini, quando trascorrevano il giorno di
Natale a Natalandia.
Il compito non fu per niente facile perché i sogni degli adulti erano
pieni di tante preoccupazioni o cose frivole, ma i personaggi di
Natalandia profusero tutto il loro ingegno per stimolare i loro ricordi,
senza mai risparmiarsi.

Mancavano pochi giorni al Natale e il popolo di Natalandia fremeva
nell’attesa di sapere se il loro impegno aveva prodotto dei frutti.

«Il nostro è un mondo fatto di sogni e gli umani sono troppo
concentrati in loro stessi per accorgersi di noi!» disse sconcertata la
coniglietta dagli occhi blu.

Ma proprio quando tutto sembrava perso, il mondo degli adulti iniziò a
ricordarsi del suo passato, come Mario, padre di due splendidi
bambini, profondamente preoccupato per il suo lavoro e per le spese
familiari che lo mettevano a dura prova.
Una mattina si svegliò con un bel sorriso stampato sulle labbra,
suscitando l’attenzione di sua moglie che, non lo vedeva sorridere da
molto tempo.

«Come mai sei così radioso oggi?» gli chiese stupita.

«Stanotte ho fatto un bel sogno, ma non sono sicuro che fosse un
sogno, probabilmente era un ricordo, sì era un ricordo. Ero bambino e
in un giorno di Natale di alcuni anni fa, mi trovai in un mondo
fantastico, dove elfi, gnomi e personaggi di ogni tipo mi facevano
compagnia insieme ad altri bambini. Fu il giorno più bello della mia
vita e lo avevo completamente rimosso».
La moglie rimase sconcertata dalle sue parole, ma costatando il suo
buonumore decise di non interrompere quel magico momento.

«Amore mio manca poco al Natale e c’è ancora molto da fare:
addobbare l’albero, fare il presepe, comprare i regali per i bambini e
soprattutto fare tutto questo insieme a loro. Ora ricordo: quello fu il
Natale più bello di tutta la mia vita perché lo trascorsi interamente con
la mia famiglia, a partire dalla scelta dell’albero da addobbare al cibo
da comprare per la grande cena.
Insieme a Mario, altri papà e mamme si ricordarono di quando da
bambini trascorrevano il Natale a Natalandia, sicchè i loro figlioletti
stimolati dai propri genitori, tornarono ad apprezzare molto la festività
Natalizia fino a sognarla tutte le notti e soprattutto nel giorno di Natale,
dove tutti vissero dei momenti fantastici in compagnia dei personaggi
di Natalandia.

Di Ivan Tudisco

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