Com’è nato il progetto Locomoctavia?
Daniele: Il progetto Locomoctavia è nato nel 2013 da una motivazione molto personale e familiare: volevamo far ascoltare audiolibri in lingua italiana ai nostri figli. Vivendo a cavallo tra la Germania e l’Italia, ci siamo accorti della grande differenza culturale tra i due paesi: in Germania c’era una scelta molto più ampia di audiolibri; di quasi tutti i libri pubblicati sul mercato e dei grandi classici, si poteva trovare il corrispondente in versione audio qualitativamente molto alta. In Italia questa scelta era molto minore.
Tanja: Così Daniele in modo giocoso ha iniziato a leggere fiabe e racconti per i nostri bambini e a registrarli. Da lì il passo successivo è stato naturale: pubblicare i primi CD e iniziare a entrare in contatto con il mondo editoriale italiano. Sono arrivate le prime presentazioni, le letture nelle librerie, gli spettacoli, e il progetto ha iniziato a crescere, allargandosi sempre di più fino a diventare quello che è oggi.
Che ruolo ha la musica nei vostri progetti e come scegliete i musicisti o le sonorità da inserire?
Daniele: La musica per noi ha un ruolo fondamentale. La scelta degli strumenti e dei musicisti nasce spesso da intuizioni istintive, legate a quello che la storia ci ispira. Per esempio, per Gian Burrasca abbiamo lavorato con un contrabbassista, perché il suono e le possibilità del contrabbasso richiamavano l’atmosfera dei film muti, degli slapstick, mentre per La conferenza degli animali abbiamo scelto di sonorizzarlo a batteria, perché il suo ritmo tribale rimandava al richiamo di una voce ancestrale legata alla natura dando un piglio incalzante alla storia. Di solito partiamo da queste idee e poi, insieme ai musicisti, costruiamo la colonna sonora. In alcuni casi, invece, è la musica stessa a diventare il punto di partenza per la costruzione del racconto.
Tanja: Per noi è importante che la musica non si limiti ad accompagnare il testo, regalando profondità e tridimensionalità alla storia. La musica ha la capacità di raccontare l’indicibile, aprire possibilità, ampliare la visione e stimolare l’immaginazione.
Sul vostro sito parlate di “audiolibri di alta qualità per bambini”. Cosa significa per voi?
Daniele: Per noi parlare di “audiolibri di alta qualità per bambini” significa creare una vera connessione con chi ascolta. In teatro ci si può guardare negli occhi, e in un certo senso lo stesso può avvenire con un audiolibro: se chi registra riesce a parlare alla parte più profonda di sé, quella in ascolto, allora si genera sintonia tra il testo, il raccontatore e l’ascoltatore.
E la voce che racconta si mescola alla nostra voce interiore.
La forza di un testo spesso si manifesta anche nei silenzi. Pensiamo a opere come Moby Dick o Il canto di Natale: dopo fiumi di parole si arriva a dei silenzi che danno spazio a questo “essere in contatto”; avviene uno scambio reale; ci si capisce senza ulteriori parole. Ed è proprio lì che avviene il passaggio più profondo, un po’ come quando a teatro ci si guarda, e la parete immaginaria fra pubblico e attori sparisce.
Tanja: Il racconto orale apre inoltre spazi interiori illimitati: è un linguaggio che tutti conosciamo sin da piccoli e lascia al bambino la libertà di immaginare.
Un audiolibro ben fatto permette non solo di vivere una storia, ma di costruire e preservare il proprio immaginario, regalando ai piccoli ascoltatori la possibilità di viverlo in maniera personale e autentica e di depositarlo nella sua memoria.
Perché ascoltare storie fa bene ai bambini?
Tanja: Ascoltare storie fa bene ai bambini perché li mantiene attivi, senza immobilizzarli davanti a uno schermo. Quando un bambino o una bambina non è magnetizzato da uno schermo, continua a giocare, a disegnare, a muoversi, ma allo stesso tempo entra nel mondo della storia. È un’esperienza che favorisce la concentrazione e la creatività. Se l’ascolto avviene insieme, ciascuno vive il proprio immaginario personale, ma condividendolo nello stesso momento: una forma di complicità che la marea di produzione televisiva attuale non riesce spesso a creare nello stesso modo, mentre nell’audiolibro ogni bambino crea la sua storia, con gli occhi del suo mondo interiore. Inoltre, un aspetto che abbiamo osservato spesso è che, anche se durante l’ascolto i bambini restano attivi, subito dopo tendono a essere più calmi e rilassati. Se si pensa invece a cosa succede dopo ore di televisione … i bambini in genere saltano sui muri..!
Avete un pubblico ideale in mente quando lavorate, oppure pensate che i vostri audiolibri possano essere ascoltati anche dagli adulti?
Tanja: I classici hanno tendenzialmente sempre diversi livelli di lettura, godibili in età diverse in modo diverso; noi cerchiamo di restituire questi livelli quando lavoriamo sulla composizione di un audiolibro. Quindi ogni audiolibro è naturalmente pensato per bambini con un’età minima di ascolto certamente, ma mai un’età massima. Tanti genitori ci scrivono di quanto gli sia piaciuto ascoltare le nostre storie insieme ai loro figli.
Daniele: Sull’idea dell’ascolto familiare è nata in parte anche la scelta del vinile: a me ricorda quando da piccolo la nostra famiglia si riuniva spalla a spalla sul divano per guardare insieme un film in VHS (quand’ero piccolo era una cosa eccezionale!). Con la nostra collana in vinile vogliamo in qualche modo incentivare questo ascolto condiviso: offrire la possibilità di una ritualità nel prendersi il diritto di un tempo familiare insieme. Una bolla nella nostra quotidianità sfilacciata.
Qual è stata la prima storia che avete trasformato in audiolibro e cosa ricordate di quell’esperienza?
Daniele: Il nostro primo audiolibro è stato una collana dedicata ad Andersen. Per il decimo compleanno di Locomoctavia abbiamo deciso di tornare a quella prima avventura e di ristamparla, rileggendola e arricchendola con musiche composte appositamente dai numerosi musicisti con cui abbiamo collaborato negli anni. Da lì è nato il vinile in 33 giri Andersen Fiabe!
Avete appena ricevuto il Premio Andersen 2025. Cosa rappresenta per voi questo riconoscimento?
Daniele: È stata una grande sorpresa e una gioia ricevere il Premio Andersen 2025 come miglior progetto editoriale. Sapere che i collaboratori della rivista ci hanno monitorato per anni rende questo riconoscimento ancora più prezioso. Per noi ha un valore speciale anche perché, fino ad ora, un editore di audiolibri non era mai stato premiato per la propria .
Come immaginate il futuro degli audiolibri per bambini?
Tanja: Quando pensiamo al futuro degli audiolibri per bambini vediamo una sfida molto simile a quella che riguarda il mercato del libro in generale: viviamo in un mondo di gentrificazione, standardizzazione e omologazione. Con tante altre case editrici indipendenti e librerie indipendenti per l’infanzia continuiamo a credere che sia necessario offrire ai bambini prodotti di qualità, che li rispettino e che abbiano valore artistico.
Che consiglio dareste a un genitore che vuole avvicinare i propri figli all’ascolto delle storie?
Il primo passo può essere molto semplice: leggere storie ad alta voce a casa e avvicinarsi al racconto orale insieme; una tradizione che sta nel nostro dna; le storie prima di essere scritte erano raccontate a voce.
Da lì si può passare all’audiolibro. I bambini possono ascoltarsi in autonomia o coi genitori le loro storie.
Fino ad oggi la scelta ottimale per dare autonomia di ascolto ai bambini sono i CD e dischi veri e propri, oppure strumenti innovativi come l’Ocarina; mezzi con cui i bambini posso stare nel qui e ora della storia senza la distrazione degli schermi.